La faccia politica della medaglia del biodigestore. Zaccagnini (Agir): “Questi risultati non si ottengono per caso. Complimenti al Comune, ricostituiamo un polo tecnologico pubblico dopo il Cirsu”
TERAMO – Il finanziamento ottenuto dal Comune di Teramo, attraverso la progettazione dei team tecnici diretti dall’architetto Gianni Cimini e dall’ingegnere Alessandra Di Giuseppe Cafà, in collaborazione con quelli della Teramo Ambiente, coordinati dall’ingegnere Pierandrea Giosuè, è il più cospicuo che ‘ricade’ sul capoluogo, dopo i 30 milioni e più per la Cittadella della cultura nell’ex manicomio.
Il finanziamento, a valere sui fondi PNRR dell’Avviso M2C.1.1 I 1.1 Linea di intervento B, è uno dei 3 ottenuti dalla Regione Abruzzo sui 12 del Centro-sud, con la quota maggiore dei 63 milioni ricevuti.
“Questi sono risultati che non si ottengono per caso – ha detto il direttore dell’Agir, Luca Zaccagnini -. Occorrono duro lavoro, impegno, passione e visione strategica. E tutto naturalmente è partito con la costituzione di questa società totalmente pubblica, tra Comune e Teramo Ambiente. Un progetto, questo teramano, che ci permette di creare nuovamente, dopo le problematiche del Cirsu, un polo tecnologico pubblico, che avrà capacità di smaltimento di rifiuti organici e in futuro potrà avere nuovi sviluppi, che spero sia volano per l’aggregazione delle società pubbliche del territorio, come il Mo.Te. in primis, la Poliservice e il Consorzio di Atri, per un organismo sempre più forte”.
Fin da quando è partito il ‘sogno’ di questo progetto, con l’avvento alla Teramo Ambiente del presidente Sergio Saccomandi, la governance condivisa con l’avvocato Gianni Falconi e Christina Di Antonio, grazie anche ai suggerimenti del consulente Franco Gerardini, ha messo subito in campo la progettualità del futuro, inseguendo con caparbietà questo obiettivo: ottenere a costo zero la costruzione del biodigestore pubblico.
“Senza il requisito della trasformazione in società interamente pubblica della TeAm – hanno ribadito questa mattina il sindaco Gianguido D’Alberto e il consigliere comunale delegato alla Teramo Ambiente, Emiliano Carginari -, questo progetto non avrebbe ottenuto il finanziamento. La conferma arriva dalla condivisione delle considerazioni fatte dalla Commissione che ha deciso di sostenere il biodigestore, proprio per la sua caratteristica di impianto pubblico oltre che tecnologicamente avanzato”.
“E allora il pensiero lo rivolgo a chi, nella minoranza consiliare, preferisce ancora puntare la polemica sul costo dell’operazione e ciecamente, senza visione, ha votato contro alla trasformazione, mentre plaudo a chi assieme a noi ha concordato nella lungimiranza di una progettualità che, a cominciare dal biodigestore, può soltanto rendere protagonista Teramo nel futuro dell’economia circolare. Voglio ricordare che con Mo.Te e Poliservice, qui sono rappresentati 34 comuni che usufruiranno del servizio di questo biodigestore. Le ricadute le lascio immaginare a voi”.